Come scrivere un blog post che funziona

Mi piacerebbe poterti dire che esiste una regola aurea, una ricetta unica, una formula, ma no, non c’è. Se ti stai chiedendo come scrivere un post per il tuo blog o, più semplicemente, un buon testo SEO-oriented, devi metterti in testa che non esiste un template da compilare. Ci sono però tutta una serie di piccole, semplici e buone prassi da seguire. Vediamole!

C’è stato un periodo in cui ero letteralmente entrato in fissa con gli how-to. Li guardavo per ogni cosa perché volevo che il mio lavoro fosse perfetto. Poi, ho capito: la perfezione non esiste, ma tutto si affina con il tempo. Ecco, nel blogging la regola è la stessa. Non puoi aspettarti grandissime conversioni all’inizio. Devi strutturare una strategia, applicarla e misurare perché ogni mercato ha le sue dinamiche e tu non dovrai far altro che seguirle, assecondarle.

Ti faccio un esempio vissuto sulla mia pelle. Dopo aver lavorato per settimane sui testi di un cliente, mi sono reso conto che per la sua nicchia di mercato alcuni articoli troppo lunghi non funzionavano. Tramite alcuni tool, infatti, avevo capito che, a un certo punto, il lettore si scocciava saltando alle conclusioni o, peggio ancora, abbandonando. Tutto era fatto secondo i principi, ma, niente. Quindi? Ho riassunto gli articoli e le conversioni sono aumentate.

Perché scrivo questo? Proprio per farti capire che quelle che sto per darti sono delle prassi, delle regole generali, che è bene seguire in ogni caso, ma non ti dirò mai che un testo deve essere lungo 1235 parole o contenere 12,3 elenchi puntati e sai perché? Perché non serve a nulla!

Nel copywriting per articoli e siti esiste un solo precetto: il testo deve essere utile e pertinente per il lettore. Non scrivi per il committente o per il tuo marketing manager. Il tuo obiettivo è scrivere per il cliente, soddisfarlo.

Detto questo, cominciamo. Seriamente!

Le 12 to-do per scrivere un contenuto che converta

Mi sarebbe tanto piaciuto che fossero 10, un numero bello e finito, ma la realtà è che, in base alla mia esperienza, gli articoli della legge del buon copy sono 12. Tranne uno, il primo, tutti si rifanno proprio alla logica che ti ho spiegato poco fa.

#1 Fissati degli obiettivi

Te lo anticipavo poco fa. Questo qui è l’unico precetto che prescinde un attimo con le esigenze del cliente, ma si concentra proprio su quello di cui ha bisogno la tua azienda o il committente.

Fissarsi un obiettivo di campagna è fondamentale perché ti permette di avere un’idea più chiara di ciò che andrai a fare. Miri a posizionare il tuo brand sul mercato? Vuoi creare lead?

Ognuno di questi goal, perciò, oltre ad avere delle KPI specifiche, deve poi andare a incrociarsi e interfacciarsi con il bisogno dell’utente. Perché, come si suol dire, senza lui non si canta messa.

Un testo che mira alla vendita perciò avrà qualche link al prodotto, o servizio, che miri a spingere; includerà un paragrafo in più sull’articolo che devi posizionare; un pezzo per creare engagement, magari avrà degli anchor o delle CTA che portano l’utente a interagire e così via…

#2 Studia la tua buyer-persona

E adesso comincia il gioco duro. Definiti i goal a inzio campagna, come ti dicevo qualche tempo fa, devi domandarti: a chi intendo parlare? Un ragazzo preferirà un tipo di scrittura; un manager non si aspetterà che tu concluda il post con “Bella!”. Insomma: il tono di voce è importante!

Una donna naviga sul suo telefono

#3 Trova le parole chiave giuste

Sì. Le ricerche parole chiave sono importantissime. Pensa un attimo a come cambi il modo di parlare o di descrivere qualsiasi cosa, a seconda dell’utente. Se parliamo di immobiliare, tu che devi lasciare il posto in cui hai vissuto per 10 anni, dirai che stai cercando una casa da comprare. Il tuo agente immobiliare si riferirà alle proprietà come “oggetti”. Perciò, come ti dicevo prima, una volta che avrai capito chi è il tuo utente tipo, dovrai interrogarti su come usa i motori di ricerca per trovare aziende come la tua, prodotti e servizi che offri tu.

#4 Fai una ricerca approfondita

Parole chiave alla mano, con il tuo tool di ricerca, il mio consiglio è quello di navigare nei siti dei competitor e dare uno sguardo ai testi che sono indicizzati bene. Quella è la tua concorrenza e sta a te capire se puoi fare di meglio, se le domande alle quali hanno risposto sono sufficienti, ci sarebbe di più da dire oppure no. Diciamo che guardarsi intorno, senza lasciarsi ossessionare, è un buon punto di partenza.

#5 Prepara una bozza con una scaletta

A questo punto sai cosa vorresti ottenere dal tuo blog, a chi stai parlando, cosa hanno scritto gli altri su quel tema. Non ti resta che metterti a scrivere buttare giù una scaletta. È ora che devi darti una struttura dettagliando le informazioni che vuoi dare, le query da inserire in quell’articolo, appuntando i link da inserire, le call to action e così via.

#6 Scrivi il post

Yes. Armati di pazienza, musica di sottofondo, e comincia a scrivere. Ricordati: non esiste una norma ufficiale comunicata da Google sulla lunghezza da rispettare. Ci sono argomenti che meritano 3000 parole, altri che sulle 800 sono esauriti; in certi casi bastano 400, o meno.

Devi solo chiederti: ho detto tutto ciò che c’era da dire e che poteva interessare al mio lettore? Allora siamo a posto!

Inoltre, cerca di scrivere un testo organico, anche negli spazi. Separare i paragrafi, lasciando una riga vuota ogni 3, 4, 5, righe aiuta l’utente a riposare gli occhi. Gli schermi stancano la vista perciò, prima di passare da un argomento all’altro, punto e capo. Ok?

#7 Inserisci degli H2, H3, H4 e H5

Se non lo sapessi, Google, e i motori di ricerca in generale, amano le gerarchie. I titoli, in gergo chiamati gli H, servono a far capire agli algoritmi quale sia il tema principale dell’articolo (H1), quali siano le informazioni più importanti a proposito (H2), quali siano i paragrafi con i dettagli accessori (H3), quelli che un utente può leggere opzionalmente (H4) e così via. Non importa quanti H tu inserisca; in genere si cerca di mantenere un equilibrio perciò agli inizi il consiglio che mi sento di darti è non ti impelagare con gli H5. Dà ai tuoi articoli una struttura snella, ma dagliela!

#8 Rileggi il tutto

Se sei stanco, rimanda al giorno dopo. Se sei stufa, lascia stare, ma fallo. Rileggere gli articoli è fondamentale. Ti possono sfuggire dei refusi, degli errori e, soprattutto se non c’è qualcuno che farà proof reading dopo di te, prenditi qualche minuto per fare la tua correzione di bozze.

#9 Inserisci delle immagini, tag ALT incluso

Sai cosa rende di difficile fruizione un post, oltre i maxi-blocchi di testo? La totale assenza di immagine. Una bella foto ti permette di viaggiare un po’ con la fantasia e di fissare un concetto in mente; una grafica ben concepita sarà perfetta per memorizzare dati e informazioni. Insomma: di tanto in tanto metticela un’immagine. Non vorrai mica che il tuo blog venga catalogato come quello noioso, vero?

Non finisce qui. Le immagini, infatti, non servono solo per dare maggiore respiro al testo. Perché crei contenuti? Per raggiungere nuove persone e quindi trovare altri lettori. Ecco anche la tab “Immagini” può essere un portale di ingresso al tuo sito perciò assicurati di riempire il campo tag ALT quando ne carichi una. Come? Semplicemente spiegando il contenuto dell’immagine. Descrivi l’immagine, in poche parole!

#10 Scrivi una buona metadescription

Big G. lo ha detto e ripetuto. Pare che le metadescription non migliorino il posizionamento del sito o del contenuto, ma sono una cortesia verso l’utente. Una meta non è altro che un riassunto brevissimo, utile per far capire a chi potrebbe visitare il tuo sito cosa sta per leggere. Se gli interessa farà un salto altrimenti passerà al contenuto successivo. Tieni bene a mente che hai al massimo 150 caratteri a disposizione perciò sii breve, ma scrivi chiaramente.

#11 Controlla la lunghezza del titolo

Sai che non puoi titolare i tuoi post come le tesi di laurea, vero? Affinché il titolo venga letto interamente nella SERP di Google non puoi superare i 60 caratteri. Assicurati che non avvenga, contando i caratteri o con qualche tool.

#12 Fai un check con Yoast, ma non impazzire

Se usi WordPress, avrai sicuramente sentito parlare di Yoast. Ecco, questo tool è utilissimo per fare un audit di contenuto generale. Il suo semaforo è abbastanza attendibile, ma ricorda, che il tool fa l’analisi di ottimizzazione su una sola keyword perciò eventuali sinonimi o correlate per lui non valgono. Insomma: quasi per scaramanzia fai un check, ma non impazzire se è giallo. Se per te ha senso ciò che hai fatto, schiaccia pubblica!

Ecco qua. Se mi chiedi cosa faccia io prima di mettere online un pezzo, trovi risposta qui. Spero di essere stato chiaro, ma se avessi domande, chiedi pure. Se, invece, volessi ricevere qualche news, un commento alle ultime notizie o, semplicemente, ti andasse di restare in contatto con me, iscriviti alla mia newsletter.

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